Francois Lunven
(Paris, 1942 – 1971)
François Lunven nacque a Parigi l’11 settembre 1942 e morì nella stessa città il 19 ottobre 1971, a soli ventinove anni. Dopo aver conseguito il baccalauréat in filosofia, frequentò la classe superiore di disegno al liceo Claude-Bernard di Parigi. Fin da giovanissimo mostrò un forte interesse per le tecniche della stampa e della grafica, e si formò presso l’Atelier Lacourière-Frélaut, dove, sotto la guida di Jacques e poi Robert Frélaut, apprese con rigore l’arte dell’acquaforte e della calcografia.
Nel 1964 sposò Hélène Delafargue, con la quale ebbe un figlio, Tristan. L’anno successivo conobbe l’artista Jean-Pierre Velly, con cui instaurò una profonda amicizia e una fertile collaborazione artistica. In quegli anni entrò in contatto anche con il poeta e critico Bernard Noël, con cui condivise riflessioni sull’anatomia, la morte e il rapporto fra immagine e scrittura.
Nel 1970 tenne la sua prima e unica mostra personale in vita presso la galleria Transart di Milano. Era in preparazione una seconda esposizione personale al dipartimento ARC del Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris quando, sopraffatto da una crisi esistenziale, decise di togliersi la vita gettandosi dalla finestra del suo atelier.
La sua produzione, seppur breve, è di grande intensità e coerenza. Si compone di circa sessanta incisioni, una sessantina di disegni realizzati a penna o matita e una trentina di dipinti. Nelle sue opere, Lunven esplorò con profondità l’anatomia umana, la fusione fra organico e meccanico, la trasformazione del corpo e la tensione tra vita e morte. La sua arte si distingue per il tratto preciso e nervoso, per la densità simbolica e per una costante ricerca di equilibrio fra realismo e visione interiore.
Sebbene la sua carriera si sia interrotta tragicamente, l’opera di François Lunven ha lasciato un segno significativo nella grafica francese del Novecento. La sua figura continua a essere riscoperta attraverso mostre e studi che ne mettono in luce la forza visionaria e la modernità. Lunven rimane oggi un simbolo di intensità creativa e di ricerca artistica spinta fino al limite della vita stessa.